No, comunque, perché tutto questo sconclusionato preambolo? Perché è parecchio che non scrivo qui e non ricordo nemmeno perché dovrei scriverci. Eppure e tuttavia ho passato l'ultima ora e mezza a litigare con gli account google e i miei altri svariati indirizzi mail (uno per personalità, ovviamente) nel tentativo di salvare questo spazio. Perché, anche se non credo di avere nulla di interessante da propinarvi, questo spazio mi serve.
Il fatto è che una serie di sfortunati eventi ha un po' ridotto a brandelli la ma consumata attitudine ironica e pseudo-distruttiva verso il mondo. Tutta quella serie di sovrastrutture che credevo di aver fissato una volta per tutte tra me e i cosiddetti-eventi-della-vita, per una serie di motivi assolutamente evincibili dalle mie precedenti oscure metafore ma che eviterò di esplicitare, vacillano e in alcuni punti cadono a pezzi. Alle volte mi sveglio la mattina madida di sudore chiedendomi se tornerò mai la persona di prima.
E' questa la più pura verità: da un paio di mesi a questa parte sono passata dallo scrivere in trance isterica qui sopra, a scrivere sul mio quadernino nero robe tristissime e tormentate, al non scrivere più nulla perché "Tutto è vano, vano è il sogno. Amore primavera del sogno".
Facendo un esempio più pragmatico: sono passata dallo sghignazzare osservando scene assurde sull'autobus al sentire un macigno sempre più pesante sul petto, onde nelle orecchie, conati di vomito. E non è che sia roba nuova, è per questo che se volessi rendervi partecipi dei sommovimenti emozionali del mio io, ora potrei tranquillamente dirvi che questa cosa un po' mi terrorizza. Ma non lo farò.
Continuo a farmi trascinare dalle situazioni e da quelle piccole tristezze a cui non pensavo più da tanto. Di nuovo la sensazione di essere un pianeta ai margini di una galassia e di star correndo, lentamente correndo all'indietro, verso il nulla. Poi ci ripenso e dico, Cristo quante cazzate. Di nuovo. Cristo non di nuovo.
E mi sconvolge rendermi conto che la verità è che io non ho niente da dire perché non ho mai voluto dire niente. O forse l'unico problema è quello di un ego così grande che vuole tenersi tutto per sè. E poi il bisogno spasmodico di descrivere qualcosa, anche una punta dell'iceberg, dare una forma. Darsi una forma, sono giorni e giorni e giorni che svanisco ogni volta che apro bocca.
Lo so che non ha senso, sono paranoie.
Continuo a ripetermi "Lascia andare", ma nessuna delle cose che mi assilla mi lascia mai.
Forse ho troppi ricordi.
4 commenti:
non so come ci son finito qui però leggere il mio cognome nel titolo di questo post mi spinge a commentarlo.
solo che non ho contenuti da esprimere quindi dirò solo che:
1) corrici nel nulla, si sta bene (nel senso che non si sta)
2) il captcha di questo post è "dying"
rileggendolo sembra un invito al suicidio, specifico che non lo è.
un caso di omonimia fortuita, dunque...
il punto due è una stramba coincidenza, trovo le coincidenze molto importanti per la psicologia dell'uomo. ugualmente potrebbe essere interessante sapere per quale motivo lei non-tanto-anonimo si cercasse su google.
per il punto uno: il nulla fa troppo Michel Poiccard, chè sappiamo tutti che ha fatto una finaccia.
anche il tuo salto di stile fra il post e la risposta è interessante. comunque fai troppe large assumptions, tipo che stessi googlando il mio cognome o che non debba googlare Michel Poiccard.. almeno una delle due è sbagliata.
potrebbero essere sbagliate entrambe visto che l'una non esclude l'altra. mi scuso per eventuali salti di stile: ogni volta che il mio dito preme il tasto su cui sono disegnati tre punti geometrici, un sipario si chiude, se ne apre un altro.
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