domenica 6 novembre 2011

lista.

  • Il quaderno con gli appunti su Carl Einstein, i suoi saggi per Documents, un progetto in cantiere che richiede molto lavoro e che vorrei poter terminare adesso ma non posso.
  • Un saggio orrendo della mia relatrice sul rapporto tra Breton e Bataille, seguito da una disamina sull'arte abietta, che secondo me non esiste.
  • Una raccolta di saggi scadentissimi sul desiderio nella filosofia, di cui l'unico che salverei è quello su Roger Caillois e la sua analisi del ruolo del sogno in Cartesio.
  • Geroge Bataille, La sovranità, un'orecchietta mi ricorda che sono ferma a una delle prime pagine.
  • La collana e l'anello che metto ogni giorno, per fingere che io al mio aspetto fisico ci tengo.
  • Il tabacco, le cartine e i filtri, perché pensare di scrivere anche solo una riga senza fumare mi sembra un'operazione impossibile, solo che poi fumo e non scrivo.
  • Un post it che mi ricorda che mi serve del denaro. Come se potessi dimenticarmene.
  • Sotto i saggi orrendi, George Bataille, Il labirinto. Dubbi.
  • Documenti della Facoltà, che non vogliono dire assolutamente niente.
  • In una cartellina di plastica macchiata di caffè, l'ultimo capitolo della mia tesi. Da rifinire. Odio rileggere ciò che scrivo.
  • Cedole usate del prestito della biblioteca, accartocciate. Sul retro i miei appunti su Lowith, il rapporto di Hegel con il cristianesimo. L'epistolario con Goethe.
  • Un femminile orrendo che mi spiega tutte le mode A/I 2012.
  • Un foglietto illustrativo di un (im)probabile master post-laurea.
  • Germano Celant, Art Mix.
  • Aby Warburg, Il rituale del serpente.
  • Il quaderno di appunti tappezzato di una stessa parola ripetuta fino alla sua riduzione a significante senza significato (per cui, a rigor di logica, non dovrebbe più essere un significante ma solo una traccia sadica).
  • Il manuale di storia della filosofia antica, del tutto privo delle risposte alle domande, ma del tutto privo anche di domande. Risposte, tutte, senza domande.
  • Il Simposio di Platone, con un'illuminante introduzione di nonmiricordochi che rende del tutto superflua la mia frequenza alle lezioni di una materia che secondo il mio piano di studi non posso dare.
  • Il barattolo di alluminio che contiene tutte le mie penne scariche o quasi, e la matita che mi regalò Linda, la maestra di disegno delle elementari, raccomandandomi di non sprecare il mio talento.
  • La biografia "intellettuale" di Warburg scritta dal suo allievo Gombrich. Sono due mesi che fa da supporto al mio Mac: sono sicura che lì si nascondono le risposte alle domande sui miei prossimi due anni, ma per qualche strana ragione mi fa paura
  • Macchie non identificabili e scorie polverizzate di non si sa bene cosa.
Questo e molte altre cose interessantissime sul mio metro e quaranta di scrivania bianca dipinta a mano, da me. Perché mi annoio. Questi oggetti mi guardano e ridono di me.

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